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Leggendo Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig, si scopre il valore della parola qualità.
Il protagonista, Fedro, dedica tutta la sua vita alla ricerca della comprensione esatta di questo termine così apparentemente semplice, e in realtà inafferrabile.
“La Qualità… sappiamo cos’è eppure non lo sappiamo”, si interroga il protagonista. “Questo è contraddittorio. Alcune cose sono meglio di altre, cioè hanno più Qualità. Ma quando provi a dire in che cosa consiste la Qualità astraendo dalle cose che la posseggono, paff, le parole ti sfuggono. Ma se nessuno sa cos’è, ai fini pratici non esiste per niente. Invece esiste eccome. Perché mai la gente pagherebbe una fortuna per certe cose, e ne getterebbe altre nella spazzatura? Ovviamente alcune sono meglio di altre… Ma cosa consiste il ‘meglio’?”.
Definire la qualità
La qualità esiste, ma definirla è tutta un’altra cosa, è una faccenda molto seria. Può essere ridotta a qualcosa di soggettivo, al gusto personale (“mi piace o non mi piace”), ma il gusto non corrisponde alla qualità: non solo perché il caso contrario opere immortali (e spesso difficili) non avrebbero superato il gusto delle epoche, ma anche perché il gusto è volatile come la moda, effimero, e risponde a criteri puramente soggettivi, mentre la qualità non può essere un criterio soggettivo, perché altrimenti non verrebbe riconosciuta da tutti. Un vero, forse insolubile dilemma (e il protagonista del libro di Pirsig continua a interrogarsi intorno alla questione anche nel successivo romanzo, Lila): non si può definire la qualità, ma non per questo essa non esiste; al contrario: “eliminando la Qualità dalla descrizione del mondo così come lo conosciamo”, Fedro riesce a capire l’importanza di questa nozione, che diventa fondamentale in un modo che lui non aveva neanche sospettato.
“Il mondo può funzionare senza di essa, ma la vita sarebbe così insulsa che non varrebbe neanche la pena di viverla. La locuzione valere la pena è una locuzione qualitativa. La vita sarebbe semplicemente un vivere senza nessun valore e nessuno scopo.”
In queste parole è riassunta un bel po’ della nostra storia, e del significato della parola qualità, cioè di quella cosa che rende la vita qualcosa che vale davvero la pena vivere.
Vivi una vita di qualità?
E noi, viviamo una vita che vale la pena di essere vissuta, viviamo una vita di qualità? Ci siamo mai domandati che cosa significa qualità della vita? Sappiamo che è inutile assimilare la qualità della vita al tenore di vita, la qualità alla quantità. Non necessariamente più cose abbiamo meglio viviamo; anzi, più gli oggetti del consumo si accumulano nella nostra vita più ci sentiamo inadeguati, più desideriamo cose che non possiamo permetterci.
Non è dunque con il possesso di oggetti, non è soddisfacendo i nostri impulsi che viviamo una vita di qualità.
Forse, guardandoci intorno, capiamo che cos’è non vivere una vita di qualità. Una vita non di qualità è quella confinata alla bruttezza, che predilige la dimensione economica a quella esistenziale, la ricchezza all’emozione, che misura il valore di ogni cosa sulla base del suo prezzo, che si disinteressa dei bisogni più profondi, della vita relazionale, di quella emozionale.
Questa è la vita che spesso siamo obbligati a vivere, una vita monetizzata, fatta di scadenze, di urgenze pratiche, di opinioni da esprimere anche quando non ne abbiamo, di priorità stabilite da chi non si sa. Di gradazioni economiche che disprezzano i valori esistenziali.
E sempre più crescono l’infelicità, la frustrazione, il senso di insoddisfazione.
E invece possiamo chiederci che cosa significa qualità della nostra vita. Possiamo ricercarla, e cercare di raggiungerla. La vita è bellezza, incanto e meraviglia, la vita è creatività, scoperta, ricerca.
La vita vale la pena di essere vissuta, e la qualità della vita la si scopre nella vita relazionale: aprendosi agli altri, senza rinchiudersi in se stessi, nelle proprie piccole certezze, nei propri pregiudizi.
Vale la pena di viverla fino in fondo, e vale la pena di creare una vita migliore per noi e per gli altri, per i nostri figli, per le generazioni future.
Per godersi un tramonto, per passeggiare per la città sotto le luci dei lampioni.
Per smettere di correre.
Per fermarsi un momento.
Per vivere in pace
CREDENZE FORTIFICANTI
- Ricerco e realizzo la qualità della vita.
- Vivo una vita di qualità.
- Vivere una vita di qualità è per me il vero significato della vita.
- Creo la migliore vita possibile, per me e per gli altri.
- Creo una vita di qualità per me e per gli altri.
- So cosa significa vivere una vita di qualità, e la vivo.
- Sono felice e grato per la vita di qualità che creo.
- Da questo momento creo e vivo una vita di qualità.
- Creo una vita di bellezza, incanto e meraviglia.
- Vivo in pace.
L'AUTORE DEL POST STEVEN BAILEY
Steven Bailey, classe 1965, inizia il suo percorso di crescita individuale grazie al felice incontro con il pensiero positivo di Louise Hay, che unisce alla sua pratica ventennale di meditazione vipassana e di studi sul buddhismo tibetano. In cerca di metodi sempre più potenti ed efficaci di cambiamento personale ed evoluzione mentale, si dedica dapprima a studi di PNL poi, dopo un viaggio alle Hawaii e la lettura di Zero Limits di Joe Vitale, approfondisce e sperimenta la portentosa tecnica di Ho’oponopono. Per Area51 Publishing ha pubblicato, tra gli altri, Aloha! Tutto dipende da te, libro che raccoglie riflessioni ed esperienze di oltre vent’anni di vita e meditazioni, e Conoscere Ho’oponopono. Cura inoltre le serie di tecniche guidate di "Ho'oponopono", “Respirazione” e “Transurfing”.
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