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La nostra mente non si limita a ricevere la musica: quando ascoltiamo selezioniamo, scegliamo, creiamo, elaboriamo. Ascoltando musica con la mente plasmiamo la realtà.
Tutto è mente. Coscienza. Ogni cosa. Ogni vibrazione del mondo è coscienza: per coscienza s’intende non uno strumento individuale, una qualità dell’io. Ma l’insieme delle interconnessioni intelligenti che legano fra loro ogni parte del tutto. Non esistono realmente oggetti separati fra loro, momenti diversi del tempo, spazi vuoti, individui slegati dall’ambiente in cui.
No, tutto è danza, tutto è vibrazione, tutto è in relazione con tutto attraverso scambi continui. Anzi, la vera realtà è proprio la relazione fra quelle che percepiamo come parti. È la relazione fra noi e l’aria esterna, è la relazione fra due persone che ne generano un’altra, fra atomi e galassie.
Non saremmo nulla senza le relazioni, che sono attività, vibrazione, movimento.
L'armonia del cosmo
Dice il fisico Fritjof Capra, riassumendo le acquisizioni della nuova fisica quantistica: “Al livello subatomico le interrelazioni e interazioni fra le parti che compongono il tutto sono più fondamentali delle parti stesse. C’è un moto ma non ci sono, in definitiva, oggetti che si muovono; c’è attività ma non ci sono attori; non ci sono danzatori, c’è solo la danza”.
Andando a vedere nell’infinitamente piccolo, si è scoperto che la realtà fisica come la percepiamo al nostro livello quotidiano svanisce, diventa un magico campo di possibilità in cui emergono strutture temporanee modulate su vibrazioni. Così, come le particelle subatomiche sono al contempo onde, non c’è differenza fra la realtà fisica e la musica. Che è una forma particolare di vibrazione sonora prodotta intenzionalmente. Per influire sul mondo, in primo luogo sul mondo umano. Attivandoci come diapason che risuonano, accordandoci ad una realtà diversa.
E la nostra mente – altra entità da definire prima di darla per scontata – è, più che un terminale tipo apparecchio radio o telefonico che “riceve” la musica, una co-produttrice della musica. Quando ascoltiamo, insomma, come quando vediamo, non stiamo semplicemente registrando dati: li stiamo selezionando, scegliendo, creando, elaborando. Quella che chiamiamo mente individuale non è un registratore, ma serve a plasmare la realtà a nostra immagine e somiglianza.
La realtà più vasta
Il sistema nervoso centrale è stato visto da alcuni, come lo scienziato inglese Aldous Huxley, più come un selettore che come un registratore perfetto di stimoli. Ha il compito di ridurre la realtà alla nostra portata. Di farci selezionare, fra i miliardi di stimoli contemporanei che riceviamo da tutto l’universo di cui siamo parte, solo quelli che ci sono utili alla sopravvivenza immediata.
La realtà è molto più vasta di quella che percepiamo coi sensi, è infinita. Il fenomeno è influenzato, determinato dall’osservatore, che non è esterno al fenomeno stesso. È un’altra delle acquisizioni principali della moderna fisica quantistica. Ed è allo stesso tempo il nucleo delle filosofie più antiche, dal buddhismo alla tradizione indiana e dei popoli nativi, per cui ogni cosa è manifestazione di energia e la mente è il termine con cui definiamo la somma delle relazioni fra le infinite parti del mondo. E tutto nasce e può essere modificato, nella mente.
Il mondo, insomma, è un tessuto dinamico di fili d’energia-movimento, di campi di luce e di campi sonori che appaiono a noi come oggetti solidi, parti separate solo perché la nostra struttura sensoriale questo ci consente di percepire.
Mente universale
La mente universale, insomma, ha delle parti più piccole che, come in un’olografia, rispecchiano il tutto. Sembrano concetti esoterici, mistici? Ma no, ci sono fior di ricerche scientifiche giunte alle stesse conclusioni. Un poco occultate dal materialismo e meccanicismo prevalente nella nostra cultura attuale, ma che trovano sempre più credito anche in ambienti accademici.
Per il professor Leipp, docente del laboratorio di acustica dell’Università di Parigi, “il corpo è un’entità creatrice-emettitrice che nell’ambito del proprio codice di comunicazione interno, attraverso ritmi e vibrazioni proprie, crea forme musicali, come una vera e propria emanazione di se stesso”.
Per la ricercatrice americana Elisabeth Clare Prophet “tutti gli oggetti – che si tratti di pensieri, idee o della materia più concreta – sono forme concentrate e condensate di onde sonore, che interagendo costituiscono la struttura di centri d’energia… ogni oggetto è il risultato di una specifica densità e strutturazione del suono che si può chiamare suono seme”.
La musica delle sfere
La musica, prima che un’esperienza esterna, è dunque un’esperienza interiore, nasce dal risuonare con la struttura intima, vibratoria, ritmica, pulsante, armonica – o con le disarmonie – del mondo. Struttura che è nella doppia elica del DNA come negli ammassi di galassie, nella danza delle particelle subatomiche che appaiono e scompaiono subitaneamente come nelle mutazioni atmosferiche. L’universo è musicale. Recenti sono le registrazioni con metodi scientifici della “vibrazione di fondo”, un suono sordo e costante, che sottosta a tutta la realtà fisica, sorprendente conferma scientifica dell’origine del mondo dall’OM, la vibrazione sacra degli antichi indù. Dagli scienziati è stata spiegata come un’eco del Big Bang. Ancor più recenti la scoperta del “battito del cuore del Sole”, un rumore intermittente e profondo, registrata dagli scienziati della NASA e dell’ESA, l’Ente Spaziale europeo, grazie alle "orecchie" del Soho (Solar and heliospheric observatory), sonda spinta a 1,5 milioni di chilometri in direzione del Sole; e quella della musica delle stelle: all’osservatorio La Silla, in Cile, hanno rilevato la musica da una stella, Xi Hya, nella costellazione dell’Hydra, 130 anni luce dalla Terra: sintetizzate, le onde sonore della stella producono toni bassi, note e frequenze precise; la stella vibra come uno strumento musicale. Causa? I movimenti convettivi interni dei diversi materiali che la compongono. Gli antichi parlavano di una "musica delle sfere" celesti. Eccola qua, servita.
Suono magico, suono benefico
Il suono è una struttura di fondo della realtà; corrisponde alla vibrazione dell’energia.
Può essere musica se prodotto secondo un’armonia e un ritmo scelti intenzionalmente e incanalato alla nostra percezione. E, come il suono è sostanza della realtà e la modula, la musica modifica lo stato di coscienza, è “magico”. Nutre la mente, come un cibo: ne è provato l’effetto sul corpo, veicolo fisico della mente.
Nulla di esoterico. Sono stati registrati da mille studi scientifici e dalla psiconeuroimmunologia i cambiamenti nella “chimica delle emozioni” dovuti a stati d’animo ed emozioni. La sollecitazione della musica agisce sul sistema neurovegetativo: modificazioni della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca, della respirazione… ed emissione di vari neurorasmettitori, sostanze chimiche messaggere che inducono rilassamento, eccitazione o benessere.
Come esistono in natura stati della materia – solido, liquido, gassoso, plasma – così nella realtà mentale esistono stati più o meno densi, in cui si può fare e percepire musica. Come per riuscire a vedere cosa c’è sul fondo del mare occorre aspettare quand’è calmo e trasparente, così per sentire la musica nella propria mente e permettere al corpo di viverla – attivamente o passivamente – occorre aspettare che le onde mentali si acquietino.
Sintonizzatevi sui 13-3 Hz
È un fatto che grazie agli elettroencefalografi si sono potute registrare e classificare in bande di emissione, le onde prodotte dal cervello. L’attività elettrochimica del cervello si manifesta attraverso onde elettromagnetiche: quelle cerebrali. La loro frequenza (il numero di oscillazioni registrate) è calcolata in cicli al secondo o Hertz (Hz).
Quattro sono le bande di frequenza che riflettono i diversi stati cerebrali: le onde Beta, le più veloci, quelle della veglia e dell’attenzione, da 13 a 30 Hz; le Alfa, dai sette ai 13 Hz, in cui la coscienza è vigile ma rilassata. Le Theta, 3-7 cicli al secondo, sono quelle più lente (meditazione profonda, creatività, sogno, intuizione); le Delta, 3-0,1 Hz, sono quelle dell’inconscio, del sonno senza sogni. La musica nasce e viene goduta come tale a cavallo fra le Alfa e le Theta.
In fase Beta, va anche bene ascoltare musica. Ma non aspettatevi granché: è la tappezzeria sonora in cui siamo incastrati oggi grazie alla riproduzione tecnica della musica spinta all’estremo e presente in ogni luogo come tranquillante sociale o come stimolo a rilassarsi davanti alle merci da acquistare.
Un tempo, e ancora oggi per fortuna a tratti, la musica è esperienza sacra, fuori delle dimensioni normali del tempo e dello spazio. Fa danzare la vita, non è un passatempo ma abolisce il tempo.
L'AUTORE DEL POST STEVEN BAILEY
Steven Bailey, classe 1965, inizia il suo percorso di crescita individuale grazie al felice incontro con il pensiero positivo di Louise Hay, che unisce alla sua pratica ventennale di meditazione vipassana e di studi sul buddhismo tibetano. In cerca di metodi sempre più potenti ed efficaci di cambiamento personale ed evoluzione mentale, si dedica dapprima a studi di PNL poi, dopo un viaggio alle Hawaii e la lettura di Zero Limits di Joe Vitale, approfondisce e sperimenta la portentosa tecnica di Ho’oponopono. Per Area51 Publishing ha pubblicato Aloha! Tutto dipende da te, libro che raccoglie riflessioni ed esperienze di oltre vent’anni di vita e meditazioni, e Conoscere Ho’oponopono. Cura inoltre le serie di tecniche guidate “Respirazione” e “Transurfing”.