"Vi sono degli dèi nel cielo, degli dèi, vale a dire delle forze che non domandano che di precipitarsi." (Antonin Artaud)
A chi, come me, ha conosciuto, anche solo per un attimo, il dolore nella testa e nell'anima, a chi ha sentito un improvviso svuotarsi di senso delle cose e unaincomprensibile pienezza consiglio vivamente di ascoltare questo audiolibro . Ho voluto raccontare la follia non come patologia ma come cosmogonia.
Ci fu un tempo, ci fu necessariamente un tempo, in cui accadde un movimento improvviso, uno strappo, e dal vuoto lacerato del nulla precipitò l'universo. Penso che questo strappo, lo spalancarsi della vita sullameraviglia, la sofferenza e l'amore accada e riaccada costantemente nella nostra testa.
Penso che l'espressione "l'universo come un immenso cervello" non sia metaforica ma fisiologica. L'universo è un immenso cervello e il cervello è in costante connessione con l'universo.
Penso che prima di tutto, intendo dire prima di qualsiasi altra cosa, dovremmo comprendere che se esistiamo è per questo fragile e incredibile equilibrio. Penso che questo fragile e incredibile equilibrio sia la più grande conquista dell'universo e per questo motivo dovremmo sempre camminare sulle punte dei piedi.
"I terrori della sofferenza, della malattia e della morte, della perdita di noi stessi e del mondo sono i più elementari e intensi che conosciamo; e altrettanto intensi sono i nostri sogni di guarigione e di rinascita, i sogni di una meravigliosa restituzione a noi stessi e al mondo."